Il Museo MAXXI e le opere esposte

Premessa

In questo articolo sono descritte molte delle opere esposte nel Museo  in data 31 agosto 2016. Per quelle esposte nel corso dei precedenti anni a ritroso fino al 2010, usare la ricerca nel sito scrivendo: "maxxi e <anno riferimento>" dove lgli anni vanno dal 2010 in poi.

 

Il Museo è chiuso tutti i lunedi. Il Museo è interamente dedicato all'arte contemporanea. Sarà possibile, al di là della qualità delle opere in mostra che hanno suscitato qualche critica, farsi comunque un'idea delle tendenze dell'arte contemporanea che risultano sconosciute alla maggior parte delle persone. Non è mia intenzione fare qui una disquisizione sulla bontà o meno dell'arte contemporanea e i soliti paragoni che vengono fatti con la più conosciuta produzione artistica fino all'incirca gli anni '70 del XX secolo. Infatti, è bene dirlo, per arte contemporanea si intende proprio la produzione di artisti o ancora in vita o artisti che hanno almeno operato sul finire del secolo XX. Quindi, non pensate di trovare nel Museo artisti come un Picasso, Miro, Fontana, Mondrian e simili. Questi artisti sono già datati. In pratica, per un pubblico anche acculturato alle arti visive, la maggior parte degli autori e delle opere saranno pure novità. Bisognerà ricominciare da capo, i riferimenti tipici che si usano per giudicare o apprezzare qui non funzionano più. Altri parametri, altri intenti, altro tutto. Il “quadro” in pratica non esiste quasi più. La maggior parte delle opere sono performance, costruzioni, assemblaggi, multimedialità e altro. E' assolutamente consigliato leggere in continuazione i cartelli esposti accanto alle opere, sia per conoscere l'autore e l'origine dei materiali usati (i più disparati), sia per dare un senso a quello che si vede. Qui sta proprio la cosa più stimolante. Diciamo che anche una passeggiata distratta non può almeno ogni tanto meravigliarci e farci soffermare su un qualcosa esposto. Consigliato per tutte le età, anche i più piccoli, che notoriamente tendono ad annoiarsi nei musei tradizionali ma qui potranno trovare qualcosa di cui stupirsi e penseranno ad un gioco, magari fatto dall'artista ma sempre un gioco. Il Museo è fatto apposta per permettere al visitatore di seguire un percorso non obbligato. Non vi preoccupate della direzione da prendere e andate in giro che le sorprese non mancheranno. Vi piaceranno? Dipende. Il discorso sarebbe lungo e qui non è il caso d'affrontarlo, come ho già detto. Comunque non credo che uscirete annoiati e avrete sicuramente un argomento di conversazione per il giorno dopo con i colleghi di lavoro, gli amici e conoscenti. Presente una comoda connessione WIFI gratuita all'interno: FreeMAXXI, che facilita la consultazione durante la visita dell'applicazione del Museo, scaricabile gratuitamente da Android market e Apple Store ricca d'informazioni.  Vediamo ora quali sono le opere che hanno maggiormente attratto la mia attenzione.

 

Le Opere (presenti al 31 agosto 2016)

Nel cortile antistante l'ingresso, strano allestimento 'Paradiso'. Opera di Sislej Xhafa (artista kosovaro). Un allestimento smontabile e quindi adattabile a diversi contesti. Ognuno poi ci legge/vede quello che vuole in riferimento al titolo dell'opera stessa che richiama il luogo sacro.

Appena entrati a piano terra (necessario biglietto), a sinistra una gigantesca opera (collezione permanente) di Anish Kapor intitolata Widow (2004). Sembra uno stetoscopio dei vecchi tempi dal significato inquietante, che coinvolge visivamente e non solo lo spettatore.

Subito dopo si trova la Mostra Extraordinary Visions - L'Italia ci guarda dedicata a grandi fotografi italiani e stranieri che hanno posato lo sguardo sul nostro paese con la loro macchina fotografica. La Mostra è stata allestita in occasione del 70° anniversario della Repubblica Italiana. Articolata in sezioni tematiche, la Mostra contiene fotografie che vanno dal semplice documento ad altre più elaborate, cioè più tese verso una fotografia creativa. In particolare colpiscono le foto di Ferdinando Scianna, Franco Fontana, Luigi Ghirri e Mario Spada.

Alle sale superiori, l'esposizione Benvenuto dedicata a Sislej Xhafa. Quest'artista d'origine kosovara contemporaneo ed attivo dal 1990 merita d'essere conosciuto per le sue installazioni, alcune di sicuro effetto. Come quella all'ingresso del MAXXI già citata ed altre. La più interessante forse è Fifteen centimeter high tide 2016. Un'enorme installazione appositamente concepita per gli ampi spazi del MAXXI. Si tratta di una lunga gabbia simile ad una cella di un penitenziario con alcune braccia che escono dalle sbarre, metafora di figure umane di cui non si conosce altro. Molto suggestiva. Notevole anche la composizione This call... fatta con migliaia di telefoni cellulari disposti a cerchio e di colore rosso/nera. 

Contigua al piano, la cosidetta Collezione che nella veste di nuovo allestimento mette in mostra le opere  e i progetti acquisiti dal 2001 ed esposti in un nuovo percorso basato su 5 aree tematiche a carattere interdisciplinare a cavallo tra architettura e arte visiva. Il visitatore potrà così misurarsi con i concetti espressi nelle aree tematiche che sono: Geometria/astrazione, Volume/sintesi, Stratificazione/frammenti, Misura/corpo, Insieme/dettaglio.

Salendo alla Galleria n. 5 all'ultimo piano abbiamo una bella sorpresa con la Mostra Ecstasy as sublime - Heart as vector dell'artista  Shahzia Sikander . Artista d'origine pakistana è nota per aver reso attuale la tradizionale miniatura indo-persiana servendosi di tecniche compositive alquanto diverse come dipinti, installazioni, video ecc. La Mostra documenta la sua attività artistica dal 2000 ad oggi ed è veramente interessante.
Da visitare nelle sale al pianterreno a lato dell'ingresso Highlights visions. Così chiamata perchè vuole essere un'esposizione di 'visioni' che artisti vari hanno della realtà oggettiva trasfigurata però in una dimensione soggettiva. Così la bizzarra installazione in legno e audio (già esposta in anni precedenti al MAXXI) dell'opera Sonorizzare il luogo di Luca Vitone, dove i box in legno ricalcano il profilo delle regioni italiane e da cui escono musiche popolari attinennti alle singole regioni. Oppure l'opera di Pistoletto (ormai un classico) Quadro di fili elettrici. Gradevole anche Energy Forest dell'artista Sou Fujimoto.
 

Gli spazi pubblici presenti al Museo ed il MAXXI B.A.S.E.

Se proprio non volete vedere l'interno del Museo, potete, durante l'orario d'apertura, camminare e godere degli spazi pubblici antistanti. Infatti, come è accaduto per il vicino Auditorium di Renzo Piano, anche il MAXXI è diventato meta di gente che frequenta gli spazi antistanti e relativi locali a disposizione. La frequentazione è un pò diversa, per la verità. Negli spazi antistanti prevalgono mamme e bambini, dato che lo spazio intorno al MAXXI sembra diventato un luogo dove portare i bambini a passeggio nel quartiere Flaminio o dai vicini Parioli. E' possibile entrare in una libreria dove si trova un'ottima scelta di pubblicazioni riguardanti l'arte contemporanea e ricca anche di gadgets. E' possibile frequentare, per chi ama i locali dove consumare e restare a conversare, un bel Bar/Ristorante (attrezzato per il brunch e pasti leggeri) in stile minimalista con comodi divani interni ed anche tavolini all'aperto.

Un discorso a parte merita il cosidetto MAXXI B.A.S.E., che raccoglie una Biblioteca  molto attrezzata e specializzata sull'arte contemporanea, nonchè vari Archivi per soddisfare le esigenze di curiosi e studiosi. Per l'accesso al MAXXI B.A.S.E. è però necessaria la card MyMAXXI

Come raggiungere il Museo MAXXI. Il Museo è raggiungibile con i mezzi pubblici (metro) da Piazzale Flaminio con la fermata metro A e poi con il tram numero 2 fermata Apollodoro. Scesi dal tram, girare verso sinistra attraversando la piazza e camminare verso Via Guido Reni per circa 300 metri, dopo la ben visibile Chiesa di Santa Croce. Con il mezzo privato, è possibile trovare parcheggio (a pagamento orario) negli ampi spazi davanti al Museo. Si ricorda che il Museo è vicino all'Auditorium di Renzo Piano, a sua volta raggiungibile a piedi dall'altra parte della piazza, oltre il Palazzetto dello Sport (importante costruzione dell'architetto Nervi per le Olimpiadi del 1960).