Il film di Samuel Benchetrit il condominio dei cuori infranti (Asphalte)

 

C'era un volta una riunione di condominio... Può una favola cominciare così? Si, perchè in genere le favole cominciano con le cose più disparate. E questo film di un autore poliedrico francese Samuel Benchetrit, tratto da una sua stessa novella, è una favola a tutti gli effetti. Piccola parentesi: bruttissimo il titolo in italiano 'Il condominio dei cuori infranti' che è tra l'altro pure fuorviante, mentre il titolo originale è molto più crudo: Asphalte. Ora, perchè il film assomiglia ad una favola? Perchè, a differenza delle fiabe, le favole sono realistiche. E cosa c'è di più realistico oggi che richiamare come ambientazione un'anonima periferia alquanto degradata? Francese ma, come insegna la teoria dei non luoghi, riproducibile in tanti altri paesi. L'inquadratura iniziale del palazzo infatti fa pensare alle Vele, a Caivano o a Corviale e tanti altri posti. Posti degradati è vero ma abitati. Come i boschi cupi e paurosi delle favole. I personaggi sono allo stesso tempo veri ma strani. La storia è invece contemporaneamnete realistica ma piena di eventi bizzarri, imprevedibili che portano la struttura del racconto piano piano verso unaa dimensione altra, ai limiti della parabola e non priva di una morale che deve restare sottesa ma comprensibile. Tutto questo è rintracciabile nel film che, pregio non da poco, è girato con una tecnica che s'integra con il piano del racconto. A cominciare dall'aspetto in 4:3 dello schermo per continuare con l'uso della macchina da presa che privilegia inquadrature fisse. Colonna sonora molto discreta (del cantante Raphael), giocata spesso su motivi semplici ma efficaci al pianoforte. Tra gli attori spicca ovviamente la Huppert ma sono tutti molto calati nella parte, come si dice. La trama è un misto di eventi banali, quelli a cui non si dà peso ed eventi imprevedibili, ai limiti del fantastico, qui rappresentati dall'atterraggio di fortuna sul tetto del condominio di una navicella di salvataggio spaziale con dentro un'astronauta. A questo punto uno immagina che l'astronauta porterà scompiglio e tutti i membri del condominio saranno coinvolti. Ed invece, come nelle favole, le cose non filano mai come sembra. In realtà l'astronauta avrà un rapporto di solidarietà con un unico personaggio, una donna anziana d'origine nordafricana che lo tratterà come un figlio (a cuscus e caffè) a casa sua e nell'attesa che la NASA lo venga a recuperare. Tutti gli altri personaggi continuano la loro storia di vita vissuta senza accorgersi o quasi di questa strana presenza. Come tutte le favole, non può che essere a lieto fine. Questo lieto fine non è però evidentissimo: trattasi solamente di un semplice sentimento di apertura verso il prossimo, di un minimo di solidarietà in un mondo di incomunicabilità tra i personaggi coinvolti. Sentimento effimero ma sufficiente a rendere quasi poetico il tutto e forse da quel momento le cose potrebbero (il condizionale è d'obbligo) cambiare o comunque lasciare la sensazione nei protagonisti di aver vissuto finalmente qualcosa di diverso. In alcuni momenti il film mostra un pò di lentezza ma nel complesso è veramente gustoso, anche perchè non mancano sprazzi di comicità che rilassano ogni tanto. Alla fine la domanda è d'obbligo: ma qual'è la morale del film in questione? L'interpretazione è alquanto libera, a mio avviso. Personalmente il film sembra quasi dirci che l'umanità, per quanto s'ingegni di progredire in tecnologia e in capacità di conoscenze, alla fine nasce, vive e muore esattamente come sempre ha fatto: quasi senza accorgersene. Questo perpetuarsi delle cose nonostante i tentativi di fare diversamente è metaforicamente rappresentato dal guasto del lavello della cucina della madre nordafricana che l'astronauta, simbolo dello strapotere della tecnologia, tenterà invano e a più riprese di riparare. Però il film ci dice anche che il conoscere razionale ha una sua utilità a spiegare l'inspiegabile, dato simbolicamente dal rumore inquietante avvertito dagli abitanti locali e attribuito a cose magiche: in realtà la scena finale ci mostra che è solo una portiera d'acciaio di un container abbandonato che cigola mossa dal vento.   

Il trailer ufficiale: