Il film Suburra di Sollima: una recensione

 

Film crudo. Un vero e proprio noir, come si dice. Un genere che è poco frequentato dai registi italiani. E' anche un sequel nella forma se non nel contenuto delle serie televisive Gomorra e prima ancora di Romanzo criminale (un pò meno quest'ultimo). Certamente un film che avrà i suoi estimatori e probabilmente un successo di pubblico. E' tratto, con alcune varianti nella trama e nei personaggi, da un romanzo omonimo a più mani di De Cataldo e Bonini. Il film è accattivante, costruito con una certa maestria e accompagnato da molti elementi sempre in bilico tra il compiacimento verso i gusti del pubblico e l'abilità di sfuggire da questo compiacimento fine a sè stesso. Molto bravi gli attori. Il film mantiene, insomma, quella cornice d'autore che non lo fa mai scadere in un prodotto troppo volutamente di cassetta, dubbio che può venire vista anche la reiterazione del regista nel seguire questo filone che va avanti da Romanzo criminale. Con la pregevole parentesi di ACAB, a dire il vero. Che poi è la sua precedente pellicola veramente cinematografica prima di questa, dato che le altre, come si diceva, sono stati film per la televisione a più puntate. C'è un però. A dire il vero non è imputabile solo a Sollima ma è insito nel racconto. Quindi si va alla fonte e cioè al romanzo da cui è tratto. Ebbene tutto il film (ma anche le serie televisive) possono essere considerate delle possenti analogie filmiche di fatti reali. Dove per analogia s'intende un qualcosa che è come ma non è uguale a... Tutto si basa sul piano del riconoscimento da parte dello spettatore dei personaggi e degli ambienti stessi cui si fa riferimento, mischiati con altri di fantasia. Ora il problema è: conviene sempre dare allo spettatore un riferimento preciso del personaggio descritto (come Carminati o i Casamonica nel caso specifico) per poi andare di fantasia con il racconto? I fatti di cronaca siamo abituati a  vederli trattati al cinema in modo molto vicino al documentario, seppure svolti con una sceneggiatura tipica da film. Rigorosamente, come si dice. Tanto che in questi casi spesso le critiche si soffermano proprio su imprecisioni o mancanze nella ricostruzione. Altrimenti la cronaca è trattata in un film con il famoso 'ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale' quando la trama e i personaggi, pur di fantasia, hanno qualche aggancio a fatti/personaggi reali. Qui invece il riferimento è fortemente voluto ma subito negato in nome della libertà di trattare la trama svincolata dal fatto o dai personaggi richiamati. Un mix micidiale. Perchè sicuramente attrae lo spettatore attraverso il riferimento e poi lo costringe a dimenticarlo per accettare un'altra storia. E si sottende, nel fare questo, che eventuali accuse di imprecisioni o altro nella ricostruzione del reale siano rimandate al mittente. Insomma, questo è una specie di gioco in cui lo spettatore accetta di giocare. Altrimenti esce con una sensazione di estraniamento causato da un susseguirsi di troppe scene vicine ai fatti reali e altre inventate e che forse funziona meglio in televisione che al cinema. Almeno che non accetti di aver visto una sorta di rappresentazione filmica dei cosiddetti universi paralleli, in cui le realtà possibili sono più di una con continue biforcazioni degli sviluppi. Musiche degli M83 adeguate al duro incidere delle scene, anche se talora un pò invadenti. Comunque pare seguirà la serie televisiva cui il film, a questo punto, sembra fare da promo

A proposito di trailer, ecco quello ufficiale: