La dinastia dei Brueghel e la pittura fiamminga in mostra al Chiostro del Bramante a Roma

Questa Mostra, aperta a Roma dal 18 dicembre 2012 fino all'8 giugno 2013 presso il Chiostro del Bramante, ha visto una partecipazione di visitatori più numerosa di quello che ci si aspettava. In effetti la Mostra ha permesso al pubblico italiano di prendere confidenza con i canoni della pittura fiamminga del XVI e XVII secolo, cioè del periodo rinascimentale. In particolare con la pittura dei membri della famiglia allargata Brueghel che per oltre un secolo fu un sicuro punto di riferimento di questa tradizione pittorica. Tradizione molto diversa da quella che s'era sviluppata in Italia anche prima del periodo rinascimentale. Guardando i dipinti di questa mostra e leggendo i pannelli dedicati, il visitatore intuisce subito che siamo di fronte a due mondi se non antitetici, almeno lontani. Nella pittura italiana la base è nel Rinascimento e nell'Illuminismo con la sua fede nella ragione. Nei dipinti fiamminghi invece la base è un senso piuttosto pessimistico sulle sorti delle umane vicende. Il mondo dell'uomo è visto o come stoltamente organizzato o, ancora peggio, preda della cattiveria. L'uomo con la sua libertà non fa altro che danni e si barcamena in una quotidiana lotta con se stesso e contro la natura. Insomma: brutti sporchi e cattivi! Questo contesto sarà peraltro incoraggiato dalle dottrine protestanti che, dal primo quarto del 1500, si faranno avanti proprio in quei Paesi, dando luogo a dure lotte e sanguinose guerre come la cosiddetta guerra degli 80 anni che porterà alla separazione tra Belgio cattolico e Olanda protestante. Sulla organicità della Mostra dal titolo Brueghel Meraviglie dell'arte fiamminga e sul reale valore critico-artistico qualcuno ha avuto da ridire. In effetti, la Mostra espone molte opere di collezioni private , quindi non facilmente visibili in altre occasioni ma forse i capolavori sono rimasti altrove . Ciò non toglie che la Mostra offra spunti d'interesse per la conoscenza di questo periodo della storia dell'arte almeno ad un pubblico non esperto e comunque molti dei quadri esposti meritano d'essere visti.

 

Nella prima sala subito la tavola di Hieronymus Bosch Sette peccati capitali  che però non è quella del Museo del Prado, come ci si aspetterebbe. Si tratta invece di un'altra tavola proveniente da una Fondazione di Ginevra. Questo pittore meriterebbe un discorso a parte, tanto è forte l'emblematicità dei suoi dipinti, spesso ai limiti del surreale, che hanno fatto presa nell'immaginario di tutti i tempi fino a farlo diventare un pittore, come si dice, 'cult'. Questa tavola è, nell'ambito della pittura di Bosch, tuttavia abbastanza tranquilla e quasi normale.

 

Segue nelle sale successive Herry Met De Bles (1525) con il suo Paesaggio fantastico. Sviluppo a destra del colore blu e due montagne una di fronte al'altra. Notare l'arco a destra e le tre figure in basso a sinistra. Poi un quadro di Marten van Valkenborch ed Hendrix van Cleve: Torre di Babele del 1580 circa. Accanto si comincia con la famiglia Brueghel con un quadro di Pieter Brueghel il vecchio: Resurrezione del 1563. Quadro tutto in verticale sapientemente giocato sulle figure che fanno da contorno, sorprendentemente, non tanto a quella del Cristo ma a a quella dell'Angelo.

 

Nella sala successiva subito quadri di Marten Van Cleve, contemporaneo di Brueghel il vecchio. Sono scene di vita contadina. In particolare Danza nuziale del 1570 circa. Notare la vicinanza di stile tra questa e quella di Pieter Brueghel il giovane con la sua Danza nuzialema del 1610. 40 anni di differenza tuttavia lo stile non è cambiato anche se la fattura è di altro livello. Infatti gli stilemi della pittura fiamminga spesso rasentano lo stereotipo, come la preferenza data alla visione cosidetta 'a volo d'uccello' per dipingere i soggetti. Cioè rappresentare la scena  del quadro come in una veduta dall'alto verso il basso. 

 

Ancora di Pieter Brueghel il giovane ,  Le sette opere di misericordia (1616-18). Anche qui i particolari, i colori e lo spazio dilatato sono straordinari.

 

Seguono piccoli capolavori di Jan Brueghel il vecchio. Colori vividi e, nonostante il minuscolo spazio, perfettamente definiti. Villaggio con contadini e Riposo durante fuga in Egitto entrambi inizio 1600, cui segue nella parete dirimpetto il piccolo ma accattivante quadro Paesaggio fluviale con bagnanti con straordinario effetto in alto a sinistra della luce con due uccelli che volano. Da notare che qui la tecnica compositiva è olio su rame. L'uso degli uccelli si ripete nel quadro più grande Ampio paesaggio di montagna con pellegrini del 1610. Caratteristico sempre il contrasto tra lo scuro del marrone del lato sinistro e il blu-verde del cielo a destra. Sempre suo la Tentazione di S.Antonio nel bosco. Toni più scuri, quadro accentrato su un miscuglio di figure al centro, contorno di vegetazione esagerata, per esaltare la visione fantastica.

 

Segue una sala con molti quadri floreali di Jan Brueghel il giovane. Caratteristico un quadro sempre con fiori ma che fanno da corona ad un ovale con paesaggio. Questo uso dei fiori sembra innocente ma è in realtà collegato ai molti valori simbolici di ogni varietà di fiori dipinti che a noi sfuggono.

 

Altra sala tutta di quadri di Jan tra cui un Paradiso terrestre delizioso nei colori. Si distingue anche un Paesaggio boschivo con Madonna del 1626 e un vivido dipinto sull'Adorazione dei Magi.

 

Segue, prima di salire le scale ai piani superiori della Mostra, un delizioso quadretto di Pieter Brueghel il giovane intitolato gli Adulatori, vera e propria scena caricaturale con un uomo dal sedere aperto e gli adulatori che gli entrano dentro!

 

 Sulle scale, una serie di proverbi fiamminghi per ricordare un famoso quadro di Pieter Brueghel il vecchio. Riporto un proverbio tra i più buffi: a qualunque cosa io miri, non riesco mai ad ottenerla: orino sempre contro la luna.

 

Ai piani superiori alcuni pannelli spiegano l'importanza delle Gilde, che sviluppavano fruttuose collaborazioni fra i pittori, tanto che parecchi quadri venivano fatti a più mani. Alle pareti si segnala una sorprendente piccola tempera su carta, intensa nei colori ed intitolata Verso il mercato in inverno di Jan Brueghel il giovane del 1625. Dall'altro lato del muro un dipinto sempre suo ma con la collaborazione di Lucas van Valkenborch:  Panorama di città costiera con contadini che attraversano il ponte del 1630. Una meraviglia per l'occhio con il gioco della luce del sole da sinistra e l'azzurro intenso. Quadro incredibile con tecnica olio su tavola.

 

Segue una Sala dedicata alle meraviglie del mondo, simboli ed allegorie, per farci ricordare come l'idea del sorprendente e dell'esotico (conseguenza soprattutto della scoperta del nuovo mondo) portò al gusto rinascimentale per la wunderkammer ovvero camera delle meraviglie. Esposti quindi quadri sul tema di Jan Brueghel il giovane. In queste sale continuano i quadri dedicati ai fiori ma questa volta di Ambrosius Brueghel datati intorno al 1660 ed altri fiori di Jan Pieter Brueghel sempre verso il 1650-1660. In fondo un'interessante sala dedicata a Jan van Kessel il vecchio ed il giovane. Quadri minuziosi su farfalle ed insetti.

 

Seguono le sale dedicate alla dinastia successiva dei Brueghel ed in particolare David Teniers il giovane. Suo La raccolta delle mele, grande quadro a tinte più tenui del 1650 e corrispettivi piccoli quadri con paesaggi di cui spicca quello con Pastori. Qui, l'effetto visivo con la vacca, il castello ed il ponticello tutto in 20 cm è veramente notevole. Siamo infine ai quadri di Abraham Brueghel con due grandi dipinti di natura morta e fiori del 1670. Accanto, sempre con Natura morta quadretti piccoli ma deliziosi di Jan van Kessel il giovane.

 

Infine, uscendo dalla Mostra sul lato sinistro, entrare dentro ad un locale per vedere, attraverso una vetrata, l'affresco delle Sibille all'interno della Chiesa, opera del grande Raffaello: merita.

 

I quadri esposti possono essere visti QUI (attenzione sito dato come non sicuro!)