Lo spettacolo di danza No Gravity Cantica di Emiliano Pellisari

 

Uno spettacolo veramente insolito questo di No Gravity Cantica della dance company di Emiliano Pellisari, come del resto tutti i suoi spettacoli. Danza contemporanea? Si, anche. Ma lo spettatore si troverà davanti a qualcosa che travalica la pura danza per divenire spettacolo in tutti i sensi: scenografici, effetti speciali e musicali. Alla prima scena, quando cala il buio in sala, resterete per alcuni minuti perplessi. Quello che state vedendo è forse un filmato proiettato su uno schermo? Cosa sono quelle figure che fluttuano letteralmente nell'aria a qualche metro d'altezza? Poi realizzerete che sono ballerini e nient'altro. Nient'altro? Beh, non proprio. Perchè per tutto lo spettacolo ed anche dopo cercherete in tutti i modi di capire, senza riuscirci del tutto, quali marchingegni e trucchi siano stati messi in piedi per ottenere effetti così bizzarri che solo una finzione filmica da effetti speciali permetterebbe. Invece, per tutta la durata dello spettacolo chi si muove danzando in mezzo al nulla del vuoto sono proprio persone in carne ed ossa. Le figure della danza sono quelle classiche come la sapiente scelta delle musiche che accompagnano le singole scene: si va da Satie a Debussy, da Xenakis a Bach e Vivaldi, ecc., ecc. La trama dello spettacolo è fatta di singole scene ispirate a Dante, con voce femminile fuori campo che recita versi del grande poeta mentre sul palco va in scena l'impossibile. Ovvero una coreografia basata sulla danza classica e contemporanea ma con corpi che salgono verso l'alto e scendono in continuazione. Costumi ridotti all'essenziale, mentre la scenografia è  perfettamente in linea con la volontà di stupire. Ecco, questa è una formula per capire il tutto: stupire. Non però lo stupire fine a se stesso, bensì uno stupore che ricalca i fasti degli spettacoli rinascimentali e che troppo spesso lo spettatore contemporaneo, abituato al cinema o ai videogiochi, pensa non sia più possibile averlo dal vivo, su un palcoscenico classico di stampo teatrale. Non solo, avrete la netta sensazione che la danza abbia qui acquisito un'altra dimensione spaziale a sua disposizione, oltre quella dello sviluppo su un piano e cioè quella data dall'altezza e dalla trasversalità aerea, con il palcoscenico che quindi sfrutta tutta la superficie tridimensionale possibile. Complessivamente il tutto richiama alla mente una classica installazione audio-visiva, tipica di molte opere dell'arte contemporanea, ingigantita però nella durata e nel tempo fino a trasformarsi in uno spettacolo. Per cui nel titolo abbiamo parlato di danza, perchè effettivamente il nucleo si rifà a questa disciplina artistica, ma l'insieme è un tutto molto più onnicomprensivo. Pare, a  detta dell'autore stesso, che la stessa SIAE abbia avuto difficoltà a catalogare l'evento sotto un'etichetta: danza, teatro? Questo per confermare l'aspetto multiforme dal punto di vista artistico dello spettacolo. Insomma, Pellisari ci regala una dimensione quasi onirica per più di un'ora che molto difficilmente può essere descritta a parole: va solamente vista e vissuta in prima persona. Non mi dilungo oltre a cercare con le parole di spiegare una visione intesa come apparizione e illusione, che ha oltrettutto il pregio di essere intellettuale e nello stesso tempo aperta alla comprensione di tutti, un dono tipico delle vere opere d'arte. Se avete occasione di vedere uno spettacolo di Pellissari non perdetela assolutamente.

Infine, per testimoniare cosa vi aspetterà, un video più esaustivo di molte parole: