Visitare Varsavia: consigli su cosa vedere

 

Varsavia (Warszawa in polacco) è la 42a città più visitata al mondo. Non male, se si pensa che Madrid è appena un posto sopra e che viene prima di Dublino. Un buon motivo per trascorrervi qualche giorno. Le indicazioni date si riferiscono ad un soggiorno di 3/4 giorni. Per il periodo, meglio evitare il clima invernale con gennaio e febbraio esclusi, almeno non si sia amanti dei climi freddi e delle atmosfere innevate. Più adatta la mezza stagione, mentre in estate potreste inaspettatamente trovare temperature calde. Ed un clima mite, perfetto per affrontare le camminate, è necessario dati gli ampi spazi della città che costringono a itinerari lunghi.

Se arrivate in aereo con voli low-cost all'aeroporto di Modlin (aeroporto secondario) a circa 35 km dalla città è meglio munirsi prima della partenza del biglietto online con i bus della ModlinBus (attenzione a leggere bene le informazioni) che vi garantiranno un posto sicuro prenotato e con circa 40 minuti vi troverete nella Piazza del Palazzo della Cultura, pieno centro città. Per la valuta tenete presente che 5 zloty polacchi valgono più o meno un euro.

Per spostarsi in città, oltre camminare, si possono usare i mezzi pubblici (una sola lunga linea di metro ma efficienti bus e tram). Anche a Varsavia affittare o prendere in sharing biciclette può essere vantaggioso.

Alloggiare in centro è la consueta soluzione migliore per un turista e Varsavia non fa eccezione. Certo, in centro gli alberghi possono essere più cari, anche se Varsavia non lo è in generale. Ad esempio graziosi e puliti alloggi si trovano presso SleepWell in Nowy Swiat, la strada dello struscio e piena di locali. Naturalmente l'indirizzo prendetelo per un consiglio soggettivo.

Cosa offre Varsavia? Sicuramente non bellezze artistiche e monumentali particolari che, in Polonia, sono più appannaggio di Cracovia. E' invece fedelmente ancorata, suo malgrado, alla storia del XX secolo, quella attraversata dalla seconda guerra mondiale e dalla divisione in blocchi est-ovest dopo. In questo assomiglia a Berlino. E' una città praticamente ricostruita dopo la guerra. Quindi quasi tutto ciò che vedrete è una testimonianza della ferocia devastante del conflitto. Spesso parlano più le cose scomparse, perchè distrutte, rispetto a quelle che si vedono. Stupisce il numero di cippi, targhe, monumenti che ricordano eventi, fatti e persone legate alla storia dal 1939 (invasione nazista) alla caduta del regime comunista (1990). Luoghi sempre ben curati e che si vede vivono ancora nei ricordi della gente. La popolazione risente quindi della divisione tra generazioni pre-regime e post-regime. Lo si coglie da alcune cose, come la padronanza dell'inglese che hanno tutti i giovani rispetto a quelli più anziani e dovuta non solo alla scolarizzazione ma ad una forma di apertura mentale. Anche qui poi (come a Berlino) non è però raro trovare riferimenti al passato regime, spesso oggetto di curiosi revival magari ironici o irriverenti come in questo locale. Oppure nella persistenza dei Milk Bar, locali molto frequentati durante il regime per mangiare a poco i piatti della cucina polacca. Ma non finisce qui. Varsavia, capitale della Polonia, è anche una spia della tanta complessa e discussa unificazione europea. La Polonia, entrata nella UE nel 2004 ma rimasta con la sua valuta (era prevista l'adozione dell'euro nel 2015 ma il governo l'ha rimandata al 2019/2020), sta sfruttando al massimo questa opportunità ed è paradossalmente l'unico paese europeo che non ha risentito della crisi del 2008. Inutile dire che, girando per Varsavia, sentirete nell'aria questo favorevole clima socio-economico.

Insomma, Varsavia è una di quelle città dove vale di più il principio come turista di essere libero nello girovagare, vedere e cogliere una certa atmosfera che non quello di visitare quasi obbligatoriamente monumenti e musei famosi.

Fatte queste considerazioni generali, pure Varsavia ha i suoi luoghi canonici da visitare anche frettolosamente. Tenete presente che la città da vedere in senso classico non fa che seguire l'itinerario percorso dal Re per andare dal Castello Reale fino al Parco Lazienkowski alla sua residenza estiva.  Percorrendo quindi la Krakowskie przedmieście passerete dalla città vecchia (Stare Miasto), alla via Nowy Swiat (epicentro della vita sociale e notturna) e poi alla lunga e larga Aleje Ujazdowskie (ricca di palazzine e ville) fino al Parco citato che merita assolutamente una visita, perchè molto bello e che non ha nulla da invidiare ai famosi parchi inglesi, anzi. Il Castello Reale merita una visita anche all'interno. Le guide dicono per i dipinti di Rembrandt ma non perdetevi una sala piena di quadri del nostro Canaletto che fedelmente riproducono la Varsavia della metà del '700 e che il Re fece appositamente venire da Venezia a questo scopo. Un giro nella città vecchia (patrimonio UNESCO), a ridosso del Castello è d'obbligo per raggiungere la piazza del Mercato (Rynek). Ritornando con questo itinerario verso il Parco state attenti a quelle che, lungo il viale, sembrano panchine. In realtà, le panchine 'suonano'. Proprio così: si attivano con un pulsante e sentirete uscire le note di opere di Chopin! Se girate a destra, prima d'imboccare Nowy Swiat, arriverete invece dritti ad un palazzo la cui forma domina Varsavia, retaggio dell'epoca del regime: è il Palazzo della Cultura, alto 240 metri circa e che è un esempio classico dell'architettura sovietica. Intorno, tanto per occupare gli spazi dovuti alle enormi distruzioni belliche, sono sorti altrettanti grattacieli moderni che danno una skyline da città moderna al tutto. Se avete tempo, solita visita alla terrazza da cui si gode ovviamente un panorama su tutta la città. A proposito: quando camminate fate attenzione ad alcuni portoni che si aprono su vasti cortili interni e che ricomprendono interi palazzi. Spesso offrono scorciatoie tra una via e l'altra oltre ad essere luogo per locali e negozi di tutti i tipi. Si diceva di Nowy Swiat. E' la via della vita sociale, ricca di locali, tradizionali e non. Favorita dal fatto che i marciapiedi sono più larghi della carreggiata, peraltro una caratteristica presente non solo in questa strada. Quindi da visitare possibilmente il sabato sera o la domenica pomeriggio, quando è invasa dagli abitanti. Per un italiano, salta subito agli occhi come la maggior parte della popolazione di Varsavia in giro sia giovane a differenza che da noi. Nei locali tradizionali, una fermata d'obbligo è alla pasticceria (annessa sala caffè)  Blikle con l'assaggio di un dolce con marmellata alla rosa. Sulla via si trova anche un ristorante piccolo (anche tavoli all'aperto) tipo trattoria con cucina polacca: Specjaly Regionalne. Anche qui il consiglio è ovviamente soggettivo. Come si consiglia una visita in uno dei locali storici della Wedel antica cioccolateria, un pò nascosta sulla Ulica Szpitalna (zona tra il Palazzo della Cultura e Nowy Swiat).

Altra zona interessante è quella intorno all'altro rinomato parco di Varsavia: Ogrod Saski (Giardino sassone). Oltre il parco, andando verso ovest e l'Aleja Solidarności, si raggiunge la zona dove all'incirca era situato il Ghetto di Varsavia, tristemente famoso per la rivolta del 1944 ferocemente repressa dai nazisti. Nel caso visitiate la zona, da non perdere i resti del muro del ghetto ebraico (cortile degli edifici in via Ulica Sienna, Ulica Złota ed angolo tra Ulica Pereca e Ulica Waliców). Da vedere anche il Monumento agli Eroi del Ghetto ed il Cimitero Ebraico. A sud del Parco, invece, verso l'ampia via Marszałkowska e girando per Prosta Swietokrzyska cercate di trovare in mezzo ai palazzi la Sinagoga Im Nozyka, unica non distrutta dai nazisti perchè adibita a deposito.

Un discorso a parte per il quartiere Praga (si chiama proprio così!) che ormai tutte le guide più recenti citano. Si tratta dell'altra Varsavia, come si dice. Tanto per cominciare, è situata dall'altra parte della Vistola (il fiume di Varsavia) e, a differenza della Varsavia storica, non ha subito molte distruzioni belliche, rimanendo quasi intatta per poi estendersi negli anni. Come spesso accade, ha iniziato a diventare di moda quando Roman Polanski ambientò il film il pianista nelle sue zone. E' insomma uno dei tanti quartieri alternativi che si riciclano nelle metropoli a dispetto dei più famosi e storici quartieri. Vale la pena visitarlo? A parte il tempo a disposizione, una passeggiata pur frettolosa tra le sue vie più o meno residenziali ha sicuramente un suo motivo. Però il giudizio sarà squisitamente soggettivo. Per aiutarvi nella comprensione del quartiere che, così com'è, potrebbe non suscitare particolari entusiasmi, vi potete affidare alle numerose visite guidate che si trovano facilmente su Internet.

Infine un accenno rapido ai Musei. Se ne segnalano due, uno storico e l'altro culturale. Il primo è il Museo Multimediale dell'insurrezione di Varsavia sulla Ulica Grzybowska, dove toccherete con mano le cose dette prima sulla città ancorata alla storia del XX secolo ed alle sue pagine più tragiche. Il secondo, tutto musicale, dedicato al genio di Chopin nel delizioso Palazzo Ostrogski sito sulla Ulica Okòlnik. Anche questo con largo uso del multimediale per far rivivere le atmosfere e le musiche di questo grande musicista romantico. L'elenco di altri Musei di Varsavia, tempo a disposizione permettendo, lo trovate QUI.

Non resta che auguravi una buona permanenza a Varsavia!