Una vacanza e viaggio in California con il camper

Articolo e foto di Giulia Di Stefano

 

Strade che attraversano orizzonti infiniti che già da sole valgono il viaggio. L’itinerario qui descritto (23 giorni per circa 6000 km) è considerato un grande classico dei viaggi negli Stati Uniti ma farlo con il camper (in inglese RV = recreational vehicle) cambia tutte le carte in gioco. Avventura e libertà insieme, possibilità di cambi di programma, risparmi sostanziosi e... la possibilità di tornare senza intossicazioni da junk food o eccessivi chili di troppo!

Il viaggio è possibile anche in alta stagione (agosto), tale per il turismo straniero ma non per i camperisti (per lo più americani) con affollamento limitato ai weekend. Prenotati con mesi di anticipo solo i voli aerei e il camper in affitto ed infine un albergo a San Francisco  (consigliato) oltre ad alcuni campeggi nei parchi nazionali più frequentati.
Grande aiuto offre l’iscrizione qualche mese prima al gruppo Facebook California RV Camping Group. I camperisti americani, se sollecitati dai post con richiesta d’informazioni, si prodigano in una marea di utili consigli.

Per l’affitto di un camper i noleggi tradizionali come ‘Cruise America’ sono davvero alti. Proprio su suggerimento del gruppo Facebook, si può andare sul sito che è una piattaforma americana di privati proprietari di camper e gente che vuole noleggiare il mezzo, sostanzialmente una versione per camperisti del celebre Airbnb. Ci si iscrive e trovato quello che si desidera, ci si mette poi in contatto con i proprietari del RV. Assicurazione e pagamenti sono gestiti e garantiti dalla società RV Share ed il servizio clienti via chat ed email di RV Share è veloce ed efficiente.
Il viaggio è stato fatto con un camper Majestic 19feet (circa 6m il che permette anche la sosta spesso nei normali parcheggi per auto) mansardato, con motore Ford a benzina, un po’ vecchiotto (2010) ma in discrete condizioni e ben dotato (ottimo per due persone). Con questa soluzione si può spendere quasi fino alla metà rispetto alle compagnie tradizionali, gestendo facilmente tutto l’iter di noleggio. Ad esempio: tutto il kit da cucina, cuscini, coperte sono acquistabili via internet e fatti recapitare direttamente a casa dei proprietari del camper. Quindi all’arrivo si ha tutto l’occorente pronto all’uso. Unici contrattempi che possono capitare sono l’eventuale mancanza di qualcosa a bordo (ad esempio il cric per la sostituzione delle gomme); fare quindi una ricognizione delle cose necessarie al momento del ritiro del mezzo.
Inoltre è consigliato:
- scaricare sul cellulare le mappe off line di Google e l’applicazione RV Parky  per cercare, oltre ai campeggi, anche aree di sosta nelle vicinanze;
- acquistare (in caso di visita ad almeno un paio di parchi nazionali) on line il pass “America The Beautiful” (circa 80 dollari, per l’ingresso in tutti i parchi statali per il veicolo e i suoi occupanti fino ad un max di 4 persone);
- iscriversi a questo sito  per tutte le informazioni sulle riserve nazionali e per effettuare le prenotazioni nei campeggi gestiti dallo Stato (più economici e spartani dei camping privati ma spesso posizionati molto bene, nel cuore dei parchi).
- qualora vogliate soggiornare nello Yosemite Park (la cosiddetta “valley”), tenete presente che l’unica possibilità sono i campeggi statali, strapieni nei weekend e in alta stagione. Quindi prenotare anche con mesi d’anticipo, seguendo una procedura un po’ complessa e minuziosamente descritta in questo utilissimo articolo (in inglese)  .
Oltre all’ESTA (il visto elettronico per gli USA da procurarsi online) non c’è bisogno della patente internazionale. Infatti, anche secondo la società di noleggio, serve solo nei casi in cui la propria patente è scritta in caratteri intellegibili per la polizia (cirillico o ideogrammi).
Gli Stati Uniti –e California in particolare- sono una meta cara sotto molti punti di vista ma le voci che gravano considerevolmente sul bilancio di un viaggio on the road risultano tutto sommato convenienti. La benzina, venduta a galloni, costa molto meno rispetto all’Italia (in California però il prezzo è doppio rispetto ad altri Stati come Utah, Nevada e Arizona). Tutte le strade ed autostrade attraversate erano gratuite, niente pedaggi tranne per alcuni ponti dentro San Francisco ed alcune strade a scorrimento veloce nei pressi di Los Angeles, il cui pedaggio deve essere pagato esclusivamente online, entro 5 giorni ed inserendo la targa del veicolo, su questo sito.
Infine un prezioso consiglio sia per risparmiare che per arrangiarsi nel caso di un ‘tutto esaurito’ nei campeggi. Nonostante la fama dell’intransigenza delle autorità americane e sulla difficoltà del campeggio libero, è possibile comunque dormire in parcheggi o lungo la strada, spesso godendo di panorami unici e sempre in completa sicurezza. L’importante è leggere con attenzione i cartelli di cui ogni luogo pubblico americano è pieno: se quello che state facendo non è espressamente proibito da un cartello, dormite sonni tranquilli.
Nei parchi nazionali ad esempio è sempre vietato pernottare fuori dai campeggi ma lungo le strade e nei centri abitati, se vi fermate in un parcheggio dove non c’è la scritta “no overnight parking”, facendo attenzione di rientrare con il mezzo nelle strisce disegnate sull’asfalto, non dovreste avere problemi.

Andiamo ora all’itinerario fatto come un ampio giro in senso orario, con partenza e ritorno a San Francisco, unica grande città della zona –a nostro parere- in cui valga la pena fermarsi per alcuni giorni.

Da San Francisco, o, meglio, dalla località di Sunnyvale, Silicon Valley, dove abitavano i proprietari del nostro camper, ci siamo diretti subito verso la costa nord.
Paesaggi poco umanizzati e poco frequentati, un mare freddo e nebbioso al mattino, verdi prati e redwoods (sequoie rosse) che lambiscono le spiagge e le scogliere. La costa a nord di San Francisco, così diversa dalla SoCal, la California del sud, merita una visita.
Bellissimo il Parco Naturale costiero Point Reyes National Seashore, tra cascate di acqua dolce direttamente sul mare, laghi salmastri e alberi giganti.
Poi verso l’interno alla volta della famosa ‘Napa Valley’, il distretto dei vigneti e dei vini californiani. Paesaggi non paragonabili certamente ai colli toscani o piemontesi ma merita la deviazione per il susseguirsi delle sfarzose cantine e aziende vitivinicole californiane, dall’architettura eclettica e sontuosa. Sulla bontà dei vini californiani, tenete presente che per per gli standard del posto una bottiglia sui 20 dollari, vale poco più di un nostro vino da tavola.
Dopo Sonoma e Napa Valley, direzione nord-est fino ad arrivare sulle rive dello splendido ‘Lake Tahoe’. Un enorme lago di acqua dolce a 2000 metri nel cuore della Sierra Nevada. D’inverno località sciistica e d’estate meta di villeggiatura per le sue acque cristalline e i suoi panorami alpini mozzafiato tutt’intorno. Lake Tahoe è frequentato prevalentemente da americani. Nessun turista asiatico o europeo nei campeggi. Sulle rive del lago, dove è possibile fare il SUP (lo stand-up paddle), si affacciano spettacolari ville di milionari del posto. Nelle amene cittadine lungo il lago, ci sono anche diversi interessanti negozi di abbigliamento sportivo invernale. Si può soggiornare sulla sponda occidentale, nel campeggio statale di ‘Meeks Bay’. Ottima posizione, praticamente sulla riva, ma privo di dumping station (scarico di acque nere e grigie) e di docce a gettoni nei bagni. E’ possibile però effettuare lo scarico nel vicino campeggio privato pagando 10 dollari.

Da Lake Tahoe la prossima tappa era ovviamente lo ‘Yosemite’ ma niente da fare: interdetto a causa dei noti incendi dell’estate del 2018 e quindi ripiego sul Kings Canyon & Sequoia National Park. Questo Parco Nazionale, dove si possono ammirare le uniche Sequoie giganti esistenti al mondo, merita davvero una tappa. Anche in questo caso, si deve soggiornare in uno dei camping statali prenotabili su recreation.gov. Consigliabile il ‘Dorst Creek Campground’ Presenti dumping station e acqua potabile, bagni (senza docce) ma nessun attacco elettrico. Niente segnale del cellulare e wi-fi ridotto solo ad alcune zone in tutto il parco. Offline... ma tutto sommato può anche non essere un male!
In ogni piazzola troverete un armadietto di metallo con chiusura ermetica, il cosiddetto “Bears and food storage” dove riporre ogni vivanda e persino saponi, profumi, dopobarba…insomma qualsiasi cosa abbia un sentore di cibo o di fragranza dolce. Gli orsi infatti si aggirano anche tra i campeggi attratti proprio da questi odori anche se il camper è più sicuro ovviamente di una tenda.
Ci sono molte escursioni da fare nel parco, di diversa lunghezza e difficoltà, le sequoie più grandi e famose sono comunque facilmente accessibili con sentieri attrezzati e agevoli. Andare subito al Foothills Visitor Center per equipaggiarsi di cartine, farsi dare informazioni e dare un’occhiata al Giant Forest Museum, piccolo e ben curato museo, ad ingresso gratuito.

Dopo due notti al Sequoia&Kings Canyon tappa lunga (7 ore di guida con soste) verso la Death Valley. Possibilmente, calcolando i tempi, cercare di attraversare gran parte dei suggestivi paesaggi della Death al tramonto, entrando da Panamint Spring e giungendo al camping statale di Furnace Creek. Di nome e di fatto: la notte è stato un autentico incubo. Nei periodi centrali dell’estate nella Death Valley, la temperatura può rimanere anche sui 40 gradi con un vento caldo che surriscalda qualsiasi parte del camper nonostante l’aria condizionata a palla. La mattina, all’alba, è quasi obbligo trovarsi a Zabriskie Point per attendere il sorgere del sole nel famosissimo punto panoramico.
A questo punto, una inevitabile destinazione di tutt’altro genere: Las Vegas, Nevada.
Prenotare anche all’ultimo, su Booking, un hotel-casinò obbligatoriamente sulla “Strip”, la via principale per vivere a pieno questa folle città kitsch. La scelta è varia, dalle piramidi egizie ai finti marmi romani del Caesar Palace o alle pseudo raffinatezze veneziane del Bel Agio. Il nostro hotel era l’Excalibur, stile medioevale: oltre alla posizione centrale, pare che sia uno degli hotel più accessibili a livello di prezzo, per il quale si trovano spesso offerte sui siti internet. A Las Vegas di giorno fa molto caldo (magari piscina in hotel) ma la serata è rigorosamente a zonzo per i casinò (con relativa programmata perdita di dollari alla roulette ma fa parte del gioco!). Las Vegas va vista una volta nella vita ma una giornata basta e avanza.

Prossima tappa lo Zion National Park, nello Utah. Molte persone che visitano Zion fanno tappa anche al Bryce Canyon National Park, che dista 72 miglia (un’ora e mezzo circa).
I due parchi per alcuni versi si somigliano ma di certo varrebbe la pena visitarli entrambi. Zion consente di fare un’escursione un po’ più lunga: il sentiero “The Narrows”, spettacolare tracciato che risale il percorso di un canyon facendoti camminare con l’acqua del fiume fino alle ginocchia. E’ necessaria un’attrezzatura minima come scarpette in neoprene antiscivolo e indumenti impermeabili, da noleggiare nel caso all’interno del parco.
C’è anche una navetta gratuita che percorre tutto Zion, facendo un giro panoramico con fermate. Da Zion a Page, cittadina dell’Arizona che è punto nevralgico per tutti i turisti che si spostano tra i vari parchi dei dintorni. Qui consigliabile un buon ristorante messicano Fiesta Mexicana (meglio prenotare).

Proseguendo dopo Page, giornata all’insegna dei grandi colossi rocciosi, terra rossa e scenari western: l’Horseshoe Bend e la Monument Valley. Vedere l’Horseshoe Bend, spettacolare ansa del fiume Colorado vi porterà via non più di una mezz’ora. Lungo la strada uscendo da Page indicazioni per un parcheggio, lasciato il camper c’è un sentiero di circa dieci minuti che conduce al punto panoramico.
La Monument Valley, invece, è un parco nazionale gestito dai nativi Navajo ed il pass America The Beautiful non è valido. Pagherete direttamente all’ingresso agli indiani d’America (20 dollari). La scenic drive, la strada panoramica in terra battuta che gira tutto attorno alle formazioni rocciose della Monument Valley, è vietata ai camper.
Ci si può arrangiare magari aspettando qualche turista con posti liberi in macchina per aggregarsi. Non è detto che non si trovino italiani! Tutto il tour dura circa due ore. In alternativa ai passaggi è possibile fare il giro a bordo di jeep guidate dai nativi.

Dalla Monument valley al Grand Canyon, dove si può soggiornare al campeggio statale Mather Campground. Tenete presente che quasi tutti i campeggi accessibili anche con RV sono sul lato sud del Grand Canyon (South Rim), lato sicuramente più turistico ma anche maggiormente attrezzato anche dal punto di vista della sentieristica e dei servizi.
Una volta al Grand Canyon, avrete l’imbarazzo della scelta su quale trekking fare per esplorarlo. Tuttavia, i due sentieri più celebri e scenografici sono il Bright Angel Trail e il South Kaibab Trail, entrambi percorribili nella loro interezza (scendere fino al fiume Colorado in un solo giorno richiede un allenamento notevole) o solo in parte.
Partire la mattina presto per evitare le ore calde d’estate. Per fare un esempio: già alle ore 10 del mattino, percorsi circa i 2/3 del South Kaibab (attraversando bellissimi paesaggi e vedendo il fiume scorrere nella gola del Canyon) il sole è già talmente forte da far desistere dall’arrivare fino in fondo. Anche perché qualsiasi trekking nel Grand Canyon presuppone all’andata una ripida discesa e al ritorno un’altrettanta ripida salita, insomma il contrario di una normale escursione.

Dopo il Grand Canyon National Park, rientro in California, diretti al Joshua Tree Park. Lungo il tragitto, potrete impostare il navigatore in modo da intercettare, almeno per qualche miglio, la famosa Route 66. Non sarà facile perché la storica highway, celebrata dalla cultura di massa in film e romanzi di ogni genere, è ormai dismessa ed è stata “riabilitata” a scopi turistici solo in alcuni brevi tratti (ad esempio all’altezza della cittadella di Kingman, dove si può fare una sosta ad un pittoresco diner con gustosi pancakes e milkshakes  ).
Il Joshua Tree Park in California è un altro gioiellino della rete statale dei parchi fuori dalle rotte turistiche più battute. Luogo magico e suggestivo, nelle forme e nei colori, ha dato l’ispirazione e il titolo ad un album della band irlandese degli U2. Consigliabile sostare per la notte al Jumbo Rocks Campground, campeggio statale sprovvisto di allacci per l’acqua e l’elettricità e di dumping station, come del resto tutti gli altri del parco, che però è immerso in un’atmosfera irreale, incastonato tra rocce ed alberi di Yucca giganti che danno il nome al luogo. Proprio su queste formazioni calcaree, che al tramonto e all’alba si tingono di rosa, potrete distendervi, la sera, per godervi indisturbati dei magnifici cieli stellati.

Dal Joshua Tree in poi, si è praticamente conclusa la parte di viaggio nell’interno del continente. Sulla costa verso San Clemente, una delle cittadine balneari vicino San Diego si può cominciare a pensare al surf, per chi lo pratica ma non solo. Quindi su e giù per il litorale, con visita a luoghi “cult” come San Diego, Malibu, Huntington Beach e Ocean Beach. Il tratto della SoCal compreso tra il confine messicano e Los Angeles è un susseguirsi di ville e piccoli centri tranquilli dove la gente del posto e alcuni turisti si godono le onde dell’oceano e fanno sport all’aria aperta.
Le spiagge sono infinite, il cielo non è sempre così blu come ci si aspetterebbe ma spesso coperto da una spessa coltre di nebbia, soprattutto al mattino, si respira un’aria salutista e rilassata e si fa il brunch con i piatti più classici del junk food americano accompagnati, però, da centrifughe guarnite da bacche di açai e semini vari. L’acqua dell’oceano è pulita ma eternamente mossa, nonché discretamente fredda anche ad agosto, motivo per cui, a meno che non vogliate sperimentare il surf, probabilmente non vi fermerete a lungo in questo segmento di costa.

Tappa a Los Angeles. Immensa città californiana che non è certo fatta per i camper. Se volete fermarvi vi conviene prenotare in uno dei campeggi sulla costa, tipo a Venice Beach o a Santa Monica, e poi spostarvi eventualmente con Uber o altri mezzi. Molte persone fanno il tour degli Universal Studios, e sarebbe forse un modo per dare un senso alla visita di Hollywood. L’ingresso è però molto costoso (circa 80 dollari a testa). Visitare comunque i quartieri celebri di LA, tipo Beverly Hills e magari trascorrere una mezza giornata a Venice Beach, zona ancora oggi di tendenza, piena di skaters, artisti di strada e murales variopinti.

Risalendo lungo la highway costiera 101, da Los Angeles a San Francisco, la prima tappa è poi Santa Barbara, incantevole agglomerato di ville di ricchi e ricchissimi che merita un giro soprattutto per la sua missione ben conservata (la prima missione di francescani di tutta la California).
Poco più a nord di Santa Barbara, ci si può fermare per una notte nel bel Refugio State Beach, campeggio molto tranquillo situato su una spiaggia privata orlata di palme.
Proseguire attraversando il famoso Big Sur, regione della costa centrale che si estende per circa 110 km tra Carmel By The Sea a nord e San Simeon a sud. Scogliere a picco sul mare, elefanti marini che prendono il sole sulla sabbia e si lasciano fotografare facilmente , balene avvistabili al largo anche ad occhio nudo e resort e ville di lusso incastonati tra alberi maestosi: il Big Sur è una tappa davvero obbligata.
Non sarà comunque necessario, a meno che non lo desideriate, fermarsi per la notte in uno degli affollati campeggi della zona. Infatti si può percorerre tutto il Big Sur in giornata e dormire a Monterey. Monterey è una cittadina molto graziosa, famosa per un mitico festival pop del 1967 e che possiede un acquario la cui visita merita una mezza giornata. L’ingresso al Monterey Aquarium costa circa 40 dollari ma sono soldi ben spesi.
Prima di tornare a San Francisco visitare eventualmente il piccolo centro di Santa Cruz, altra mecca per surfisti dove però l’acqua è talmente fredda da richiedere mute a maniche lunghe e a doppio strato per farsi un bagno.

Finalmente San Francisco, dove è assolutamente necessario passarvi qualche giorno. La fama della città rispecchia la realtà e da sola meriterebbe una sezione  a parte.  Una conclusione davvero perfetta, in una città affascinante e rilassante dopo un viaggio on the road sorprendente ma anche impegnativo.

Quello che riporterete a casa con voi, dopo aver esplorato questa fetta di Stati Uniti a bordo di un camper, sarà una sensazione di libertà e di spazio sterminato davvero ineguagliabile.
Un album vivido di paesaggi così diversi tra loro e al contempo così unici da sfogliare per sempre.

Per comodità, sono qui riportate le mappe dell'itinerario percorso: tappa 1, tappa 2, tappa 3, tappa 4, tappa 5, tappa 6, tappa 7, tappa 8.

Infine, qui potete vedere alcune foto del viaggio: