Borges e le finzioni letterarie

 

Borges non solo è stato un grande scrittore. E' stato anche un grande intellettuale, di quelli che oggi non si fabbricano più. Ecco: la differenza oggi non la fa la globalizzazione ma il fatto che intellettuali così è impossibile oggi averli. O tempora! Ammetto che è uno dei miei autori preferiti. Finzioni è uno dei suoi lavori in cui la letteratura si fa filosofia, entrano in gioco tutte le sottigliezze dello scrivere e se trovate, magari con le offerte Meridiani della Mondadori, le suo opere compratele senza esitazione e non ve ne pentirete.

Il passo rilevante del racconto: "... Egli ricordava, infatti, non solo ogni foglia di ogni albero di ogni montagna, ma anche ognuna delle volte che l'aveva percepita e immaginata..."

Straordinario! Così dicendo ogni cosa è assolutamente diversa dall'altra, non è possibile una riduzione per astrazioni, se non per pura convenzione la quale, però, non percepirebbe la realtà divisibile praticamente all'infinito. Ma la cosa più affascinante è che, se colleghiamo questa ipotesi, con quanto detto da Nagel nel saggio "Che effetto fa essere un pipistrello?" (In: Questioni Mortali), la causa della diversità assoluta, incomunicabile, tra due esseri viventi (e forse tra oggetti inanimati) non è affatto riconducibile, come sostiene Nagel, alla coscienza ma al puro fatto fisico, tangibile di essere in un per sè assolutamente unico. Cioè è la cosa in sé che è non riconducibile a nessuna altra esperienza, cosciente o non cosciente, sia per l'essere che per l'evento (come dice Borges nella seconda parte della frase: ... ognuFinzionina delle volte che l'aveva percepita e immaginata...).

Quindi, non è il cervello e la sua evoluzione a fornire la differenza, ma è il solo, essenziale, momento di esistere (ed anche di non-esistere?). Se non sbaglio, ad esempio, un fiocco di neve è sempre diverso da un altro. Ma tali condizioni (eventi) sono forse limitati alle combinazioni possibili (permutazioni)? Conseguenza strampalata ad una risposta affermativa: se le combinazioni non sono infinite, è allora probabile che nello spazio (ma soprattutto nel tempo) un qualcosa si riproduca esattamente identico ad un precedente. E quel qualcosa, avrà anche la stessa coscienza? Da un punto di vista riduzionistico, se coscienza è il risultato del puro stato fisiologico, certamente sì!

Però, per essere tutto uguale è necessaria un'altra condizione: ovvero che anche il contesto riproduca se stesso nello stesso momento della riproduzione dell'essere per rendere identici cose identiche in condizioni identiche. Anche gli eventi, quindi, si potrebbero ripetere identici a se stessi. Quante sono le probabilità che ciò accada? Interessante dilemma.