Chakra Linux: una quasi derivata ArchLinux

 

ArchLinux è considerata a torto o a ragione una distribuzione Linux non propriamente user-friendly. Diciamo che certamente necessita di una discreta conoscenza del mondo Linux per essere sfruttata a pieno. Come accade a queste distribuzioni un pò ostiche, qualcuno ha pensato bene di fornirne una derivata che renda la vita più facile, sia al momento dell'installazione (momento forse tra i più ostici nell'uso di ArchLinux) sia nella normale gestione quotidiana. Chakra (solo per processori a 64bit e disponibile come Live) fa parte della famiglia delle derivate da Arch, anche se non è la sola (da ricordare anche Manjaro e Antergos ma l'elenco è lungo!). Chakra nasce nel 2009 ed ormai ha trovato una propria linea di sviluppo che la differenzia da Arch tanto da non farne una semplice derivata. Infatti è per prima cosa completamente KDE dipendente (versione Plasma 5) come DE. Cui è seguita da parte degli sviluppatori la scelta deliberata di mettere ai margini le librerie GTK e dare una netta preferenza a quelle Qt. Questo significa automaticamente scegliere alcuni applicativi rispetto ad altri. Ve ne accorgete subito perchè Firefox non lo trovate di default e nemmeno LibreOffice (al suo posto Calligra suite ex Koffice). Inoltre non segue appieno la politica rolling-release di ArchLinux ma è da considerarsi una half-release. Cioè solo i pacchetti che non sono particolarmente critici vengono aggiornati in continuazione, mentre gli altri 'core' subiscono un update più a rilento e solo per motivi di sicurezza. Effettivamente, con l'esperienza di una ArchLinux su un PC desktop che gira continuamente da circa 6 anni, questa scelta non sembra avventata, in quanto ArchLinux, se non debitamente settato, ogni tanto inevitabilmente crea qualche problema all'utente dopo i continui aggiornamenti cui è sottoposto. I repository di Chakra, dal 2015, sono stati ridotti di numero e per quanto riguarda i PKGBUILD hanno preso una strada autonoma da AUR di ArchLinux. Si usa CCR che permette di installare ulteriori applicativi della comunità fuori dai normali pacchetti ufficiali. Gli aggiornamenti necessitano dell'uso del terminale con il famoso comando 'pacman' mentre con 'ccr' si gestiscono i PKGBUILD già pronti. Tuttavia, avendo lo scopo dichiarato di facilitare le cose all'utente, Chakra non poteva permettersi di non fornire un'interfaccia grafica per gestire i pacchetti. La GUI gestionale dei pacchetti è stata cambiata in continuazione. Con la versione ultima Ian in download viene usato Octopi ma è già allo studio un nuovo tool.  Octopi è agile e piuttosto completo nonchè facile da usare. Tutto questo è vero che facilita ma è bene dire che il ricorso al terminale con Chakra è prima o poi inevitabile. A dire il vero è comunque inevitabile usando Linux o qualsiasi *nix. Diciamo che è un tantino più inevitabile che con altre distro (tra cui Ubuntu) che, bene o male, sono considerate pietre di paragone per le distribuzioni Linux più facili da usare. 

Per evitare che la scelta fondamentalista per le librerie Qt faccia allontanare qualche utente, si deve chiarire che l'installazione di software dipendente dalle altre è comunque possibile avendo l'accortezza di inserire un apposito repository denominato 'gtk'. Insomma ciò che è stato abbandonato dalla porta rientra poi dalla finestra. A dire il vero fino a 3 anni fa la purezza del sistema era stato mantenuto attraverso un metodo detto 'bundle' che di fatto installava applicativi basati su GTK a latere come indipendenti.

Andiamo adesso ad elencare alcune caratteristiche relative all'uso con una breve valutazione accanto, a sua volta relativa ad un utente con preparazione media su altre distribuzioni Linux.

Facilità d'installazione del sistema operativobuona, con interfaccia grafica da considerarsi complessivamente nella media di quelle facili. Unica accortezza se avete un HD già partizionato con più sistemi operativi Linux e Windows presenti; 

Facilità d'installazione programmibuona usando l'interfaccia grafica a disposizione Octopi che permette anche la modifica dei repository. Senza interfaccia grafica bisogna imparare la sintassi del comando da terminale 'pacman' di ArchLinux peraltro molto potente.;

Facilità d'aggiornamento del sistema: scarsa per un utente avvezzo solo all'uso dell'interfaccia grafica, in quanto bisogna ricorrere al comando 'pacman' (sinteticamente: pacman -Syu da terminale come amministratore). Quindi alla fine non così ostico come sembra. Peraltro l'ottima scelta di essere una half-release non porta a fastidiosi problemi negli aggiornamenti pur mantenendo il vantaggio delle rolling-release;

 - Ambiente di lavorobuono ma... con un ma piuttosto pesante. E' una distro completamente KDE Plasma5 centrica, ottimizzata per girare con questo DE. Questo significa inevitabilmente o amore o odio. Se avete già una preferenza per questo ambiente, forse è la soluzione ottimale. Se KDE in genere e Plasma5 in particolare non vi convincono o cambiate opinione usandola o è meglio che non la installiate;

 Quantità di applicativi a disposizionediscreta. Tutti i programmi più usati sono disponibili, anche se complessivamente i repository non sembrano raggiungere il livello quantitativo dei  pacchetti presenti in ArchLinux. Diciamo che per utenti più raffinati qualche cosa manca. E' anche vero che se siete un pò più esperti con Linux potete ricorrere anche alla compilazione e addirittura all'aggiunta di un vostro PKGBUILD in CCR, anche se tutto ciò contrasta con la filosofia user-friendly di Chakra...; 

Supporto e informazioni: discreto  ma non a livello di ArchLinux, i cui Wiki sono proverbiali o di Ubuntu per andare verso altri lidi. Del resto le informazioni sono anche conseguenza della quantità di utenti. La comunità Chakra comunque si difende bene mentre resta vero che dove non arrivano le informazioni della comunità di Chakra si può ricorrere senza troppi patemi a quelle meticolose di ArchLinux;

Alla fine la domanda è: conviene installare Chakra? A sua volta bisogna distinguere tra l'installazione tra Chakra e l'originaria ArchLinux e tra Chakra con altre distro Linux più facili nell'uso (escludendo quindi Gentoo, Slackware e in parte Debian).

Chakra o ArchLinux?  Per l'utente poco smanettone, curioso di Linux ma non troppo o come si dice per chi vuole evolvere apprendendo, non c'è dubbio che sia preferibile Chakra. Alla fine la scelta di passare magari ad ArchLinux sarà demandata in un secondo momento e secondo esigenze e gusti soggettivi.

-  Chakra o altre distribuzioni Linux?  Se ci riferisce a quelle più famose da Ubuntu e derivate (compresa Linux Mint)  passando per Fedora qualche punto a sfavore di Chakra onestamente c'è.

Per finire uno screenshot di Chakra versione Ian con in evidenza il browser di default poco usato QupZilla (notare la scelta di default di duckDuckGo come motore di ricerca) e l'interfaccia grafica Octopi per la gestione dei pacchetti: